Ciak si gira...al Red Bull Hike&Ride!
22-02-2005All News
Switzerland
Avviso ai naviganti: questo articolo non parlerà di ragazzotti in mutande che vivono in diretta. "Il Grande Fratello", inteso come trasmissione tv, per fortuna non c'entra niente. Stiamo parlando di fratelli veri. Che detestano stare al chiuso e amano l'aria aperta, soprattutto se fredda e profumata di neve. Le orme degli "abominevoli fratelli delle nevi" sono facili da riconoscere. Si tratta di impronte irregolari, senza dita, presentano forma variabile, e risultano grandi all'incirca come una tavola da snowboard che atterri da altezze inimmaginabili.
Il loro habitat naturale si trova sulle Dolomiti, a Sappada, dalle parti di Cortina d'Ampezzo. I grandi fratellini dello snowboard si chiamano Giacomo e Filippo Kratter e, dopo aver dominato la scena italiana, stanno rapidamente scalando le vette del panorama internazionale. Giacomo, il più giovane, porta sulle spalle (e sulla tavola) 22 primavere e altrettanti inverni, essendo nato il 26 luglio 1982. Vanta un 4° posto alle Olimpiadi di Salt Lake City e una marea di progetti importanti soprattutto negli Stati Uniti. Gli studiosi assicurano che tra le sue passioni, oltre allo snowboard, ci sono un mucchio di cose: tra cui la pizza, la nutella, Red Bull, la playstation, la musica punk (ma solo se è hardcore), l'hip-hop e le ragazze.
Filippo Kratter ha due anni di più. E' nato - sempre a Sappada - il 12 ottobre 1980, 488 anni dopo la scoperta dell'America. La sua stagione è l'inverno, ama viaggiare e i cibi di mammà. Snowboardisticamente parlando, è un freestyler. Oltre a dimostrare eccezionale talento e un coraggio da far impallidire un kamikaze, va ricordato che a lui è toccato per primo l'insegnamento di papà Fredi, uno dei numi tutelari del mondo degli snowboarder italiani. Ha dovuto apprenderlo per bene e poi trasmetterlo al fratello minore Giacomo. Fonti accreditate assicurano che l'insegnamento suonasse più o meno così: "La montagna è una cosa seria. I fighetti che riempiono le piste, mica tanto. Ragazzo mio, datti da fare". Fu detto e fu fatto.